Questo documentario ha ricevuto una lettera di apprezzamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato presentato all`Università Roma Tre alla presenza dell`Emerito Presidente Oscar Luigi Scalfaro, è stato proiettato ufficialmente in Parlamento il 17 marzo 2009.
“Caro Parlamento” è un documentario sui giovani e il lavoro nell’Italia del 2008. Per realizzarlo sono stati selezionati e intervistati 158 cittadini italiani di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Prodotto dalla Jean Vigo Italia, dura circa 55 minuti, si sviluppa in un arco narrativo di 9 differenti capitoli, presentati sotto forma di favole. I testi delle favole sono in realtà gli articoli della Costituzione che parlano di lavoro, seguono poi brani delle interviste dei giovani che, ripresi sempre e solo in primissimo piano, dicono senza riserve cosa pensano delle istituzioni, descrivono la difficile situazione economica e lavorativa in cui versano, rivelano i propri umori, ragionano su un futuro lavorativo sempre più incerto e, nell’ultimo capitolo, intitolato “Caro Parlamento”, segnalano al Parlamento i problemi di lavoro più urgenti da risolvere.
Scopo del documentario è interpretare e dare un volto ai tanti dati, ai tanti articoli, ai tanti libri che escono ogni giorno sul precariato. Vuole documentare se e come i primi articoli della Costituzione siano stati messi in pratica nell’Italia del 2008. Non solo, vuole anche rappresentare un tentativo sui generis di riallacciare un dialogo tra i giovani e le istituzioni, dialogo che da qualche anno a questa parte sembra più che mai compromesso.


Caro Parlamento è stato prodotto con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema.

lunedì 20 ottobre 2008

vi allego il testo che Ligabue mi ha fatto avere tramite il suo manager Claudio Maioli. si tratta di sue considerazioni sulla Costituzione. gli ho chiesto di scrivermi due righe perché mi sono reso conto che musicisti registi e intellettuali in genere (secondo me pure i pittori ormai) si sitrovano a pensare alla Costituzione in termini particolarmente simili. Ligabue parla di libro dei sogni. io di libro delle favole meravigliose. non è un caso... ecco qui il suo testo scritto apposta per noi:



La nostra Costituzione è entrata in vigore il primo gennaio del ’48.
Essendo stata scritta nel primo dopoguerra riflette pienamente l’idea di Stato (e di come si sarebbero dovuti regolare i suoi rapporti con i cittadini e quelli fra i cittadini stessi) figlia di un grande entusiasmo.
Alle spalle gli orrori dei conflitti e di fronte le possibilità che venivano dalla ricostruzione.
Tuttavia non è nata come una “Carta dell’ottimismo”, è semplicemente piena di buon senso.
Cosa sia successo in questi sessant’anni da trasformarla da Carta che regola i diritti e i doveri dei cittadini (ma anche quelli dello Stato nei loro confronti) in una specie di “Carta dei sogni”, credo sia storia lunghissima per occuparsene in queste poche righe.
Provate, però, a rileggere attentamente anche solo i suoi primi undici articoli.
Notate come sia bello quel progetto.
Non c’è neanche bisogno di dire quanto sia lontana la sua effettiva applicazione.


Luciano Ligabue

1 commento:

Anonimo ha detto...

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